È stata presentata sulla rivista Remote Sensing una nuova mappa topografica dell'Etna realizzata attraverso una procedura sperimentale: i ricercatori INGV G. Ganci, A. Cappello e M. Neri hanno sviluppato un algoritmo per la produzione e la fusione di Modelli Digitali della Superficie (DSM) e ne hanno testato la validità creando un DSM aggiornato dell'area sommitale dell'Etna.
Si è scelto di applicare questa procedura proprio al vulcano siciliano poiché, essendo l'Etna uno dei vulcani più attivi al mondo, i cambiamenti morfologici sono continui e di una certa entità ed è pertanto necessario poter disporre di mappe accurate e aggiornate per il monitoraggio, la previsione e la valutazione dei pericoli vulcanici. La procedura, tuttavia, ha validità generale e può essere utilizzata per derivare dataset di elevazione ovunque gli ambienti geologici siano soggetti a frequenti e significativi cambiamenti morfologici, purché siano disponibili dati satellitari ad alta risoluzione.
Il primo step consiste infatti nel derivare singoli DSM da diverse immagini satellitari; i modelli digitali vengono quindi fusi tra loro per fornire un set di dati di elevazione più completo, accurato e affidabile, che sfrutta le caratteristiche complementari dei DSM multi-sorgente. Le tecniche di fusione si dimostrano particolarmente utili in diversi campi di applicazioni, come ad esempio il riconoscimento di oggetti, l'identificazione e la classificazione, il rilevamento di modifiche, il movimento di oggetti, ecc. Nel telerilevamento, in particolare, la fusione dei dati viene utilizzata per integrare i dati acquisiti da diversi sensori, che possono essere montati su satelliti, aerei e piattaforme a terra, per produrre prodotti fusi più dettagliati e accurati.
A questo link: https://www.mdpi.com/2072-4292/15/1/198# è disponibile il testo completo dell'articolo.
Per maggiori informazioni su come utilizzare i dati offerti dal telerilevamento: https://www.terrelogiche.com/formazione-terrelogiche/scopri-i-corsi/telerilevamento.html